giovedì 10 febbraio 2011

Può un Presidente del Consiglio far "causa" allo Stato? Storia di un pensionato che ruba 15 euro di merce.

Il Tricolore, piu' volte bruciato dai leghisti ma sempre presente.
Questo articolo ha una necessaria premessa. Nel  mese di gennaio un pensionato di Serramanna , nel sud della Sardegna, è stato sorpreso a rubare 15 euro di merce in un supermercato. Immediatamente arrestato nonostante dichiarasse ai carabinieri di essere indigente e condannato dal Giudice attraverso rito immediato. Si narra che la merce rubata fosse stata scelta tra i prodotti più  a buon mercato, quasi in una inconscia predisposizione del poveretto ad arrecare meno danni possibile con il suo "reato". Dopo questa necessaria premessa andiamo ora ad un Presidente del Consiglio che vuol citare uno Stato per danni. Sembra una barzelletta ma è ciò che avviene oggi nella Patria che vide l'ascesa della gloriosa Roma dei Cesari, del Rinascimento, della cultura a 360 gradi e della culla della civiltà storica in genere a braccetto con la civiltà ellenica.
Succede che un Presidente del Consiglio sia indagato per reati di un certo spessore ( si ribadisce essere solo indagato e non ancora condannato , visto che è compito dei Tribunali emettere sentenza, almeno quando sono in condizione di farlo) e che egli stesso dichiari a gran voce che farà " causa" allo Stato per violazione della privacy. ( continua a leggere)
Detto in altri termini: un pezzo dello Stato Apparato ( il governo) decide di chiamare a giudizio lo Stato Apparato nel suo insieme poiché si ritiene un perseguitato "politico" autoscagionandosi dalle accuse che gli sono mosse. Si narra che il pensionato di Serramanna abbia tentato di difendersi contro le giuste accuse di furto, ma davanti alla evidenza la condanna sia stata esemplare, immediata, di pubblico dominio. Non si capisce perché si debba passare per "giusta" la convinzione che un imputato possa autoscagionarsi dalle accuse prima ancora di aver affrontato un processo cosi' come ogni cittadino di questa martoriata Patria fa. Misteri d'Italia.

28 ottobre 1922

1 commento:

Anonimo ha detto...

Vattene e non tornare piu' in ITALIAAAAAAA!