Pinuccio Tatarella |
La storia della destra italiana non coincide con la storia di un singolo individuo o di una micro comunità, importante, ma marginale per espressione territoriale. Nessuno può ascrivere a se stesso, alle proprie legittime battaglie all’interno di un mondo variegato, meriti che solo la storia riconosce.Prezzolini parlava dell’esistenza di più destre.
Forse per questo un confuso articolo di uno sconosciuto ed invisibile deputato di provincia, noto più per aver trasformato le aule delle Istituzioni in un ring per pugili, che per proposte di legge, ha indecorosamente tentato di modificare l’evoluzione della destra italiana, scrivendo una storia preconfezionata a proprio uso e consumo.Un articolo a tratti sorprendente e disarmante.Sorprendente perché proviene da parte di chi contestò la svolta di Fiuggi e le successive intuizioni tatarelliane di costruire un centrodestra moderno, plurale, democratico ed arioso.
Disarmante perché non tiene in alcuna considerazione i percorsi culturali preceduti da riviste, convegni che caratterizzavano la circolazione di idee e progetti politici della destra italiana. Pinuccio, in una delle sue tante interviste, ricordava come nel mondo della destra coesistevano due aree: una che lavorava dall’interno per l’esterno per allargare la destra (l’area vasta di Fini, Tatarella, La Russa, Gasparri, Matteoli, Urso, Bocchino) a cui la storia ha dato ampiamente ragione ed una seconda che lavorava all’interno per l’interno, quella rautiana di Alemanno e del suo sodale Rampelli, che teorizzava lo sfondamento a sinistra e temeva ogni tipo di contaminazione con il vasto arcipelago di centrodestra che Tatarella considerava maggioritario in Italia.
Il deputato invisibile, deluso per non aver contribuito in modo significativo alle svolte che lo vedevano sempre contestare con la sua setta ed Alemanno le svolte di Pinuccio, oggi cerca di rendersi visibile, presentabile, raccontando la sua storia, importante, ma che appartiene unicamente a lui e alla sua piccola comunità. Un esigenza spasmodica di visibilità a cui, probabilmente, è stato costretto anche dall’essere stato superato da una giovane indicata da Fini, ancora lui, come Ministro. E il silenzio della Meloni, in questa fase, testimonia un malessere politico e una differenza abissale in termini umani e politici tra lei e il suo ex talent scout. Prendiamo atto che anche questa nomina viene considerata un errore da parte di chi sperava, evidentemente, di entrare nella compagine di governo in prima persona.
Un articolo dettato più dalla rabbia di non essere stato protagonista di una generazione che ha cambiato la destra e dalla consapevolezza che, in questa fase, la storia è stata scritta da esponenti di una generazione successiva alla sua, e addirittura appartenenti al suo mondo, che dalla ragione.Patetico non citare esponenti della destra, rimasti nel Pdl e che di Tatarella furono amici, che con Fini hanno segnato in modo tangibile la storia della destra e grazie al quale qualcuno ha conquistato un insperato seggio parlamentare. Una fuorviante visione della realtà storica, offensiva per tutta la destra italiana, non ricordare i protagonisti di quella stagione tra i quali certamente il deputato invisibile non c’è. Forse questa consapevolezza o alcuni articoli che hanno svelato il vero volto della parentopoli romana, sono alla base di questa mistificazione e di questa frustrazione.
Il trasformista di Barbareschi è stato inconsapevolmente interpretato da un deputato passato dal partecipare alla manifestazione con lancio di monetine contro Craxi alla celebrazione, recentemente, in un convegno dello scomparso leader socialista. Un caso che conferma la vera stella polare del deputato invisibile: il potere, come, ed anche qui è la storia che viene in aiuto, quando tradì al congresso dei giovani del Msi il suo Alemanno per allearsi con Tatarella, il nemico giurato, solo perché era il primo missino ad essere Vice Presidente del Consiglio dei Ministri.
Grazie a quelle svolte e a quella generazione in tanti sono oggi immeritatamente parlamentari invisibili. Anche chi non ha mai condiviso il progetto di Tatarella, salvo oggi ripensarci quando il sogno del partito degli italiani è stato tradito da Berlusconi e definitivamente affossato dagli scandali di questi giorni, unicamente per difendere posizioni di potere ricevute, ironia della sorte, da Fini e che mai avrebbe raggiunto.
Solo la paura di perderle ha indotto gli ex sedicenti duri e puri a rimanere con Berlusconi che è l’esatto contrario di tutto ciò per il quale tanti giovani ragazzi di destra si sono battuti.
Tratto da "Generazione Italia.it"
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