Ai piu', prima ancora del contenuto dei suoi discorsi, ha impressionato l'espressione del suo viso. Nel video messaggio alla "Nazione"(?) dove ha ribadito le sue difese allo scandalo Ruby & C., il Premier è apparso stanco, provato, quasi indifeso e spaventato. Sa che questa volta il polverone alzato in Italia e nel resto del mondo è di quelli seri. E' pure cosciente del fatto che la strategia applicata il 14 di dicembre in occasione della sfiducia è di difficilissima esecuzione. L'autorizzazione a procedere sarà votata a scrutinio segreto e per giunta con maggioranza qualificata ( per affossare la richiesta dei giudici sono ncessari ben 316 voti alla Camera). La Lega Nord è ormai stufa di Berlusconi. Il popolo del Nord si sente preso in giro. Il federalismo sembra solo una chimera. Il terzo Polo , che fino a qualche giorno fa gli tendeva la mano, ora , per bocca di Casini , è pronto alle elezioni e molti dicono che già fervono i preparativi in tal senso. Gira voce ( e gli spifferi vengono da fonti vicine a due deputati transfughi ex finiani) che alcuni di quelli che hanno determinato la non approvazione della sfiducia ora sono preoccupati. E molti starebbero per saltare il fosso. Una situazione davvero pericolosa. Il Presidente della Repubblica invoca chiarezza. Detta in soldoni significa che Napolitano indica a Berlusconi la via per lo status quo: o va davanti ai Giudici per dimostrare la sua innocenza o le elezioni saranno la via maestra. Già. Le elezioni. Nessuno le voleva. Solo il Pdl le minacciava senza volerle effettivamente. Ma ora sono propri i berlusconiani ad essere terrorizzati dalle urne. I leghisti lo appoggerebbero di nuovo? Sembra difficile. Molti berlusconiani di ultimo conversione sarebbero di nuovo con lui o ventilando una sconfitta ritornerebbero sui loro passi? Insomma ora servirebbero 100 agopunturisti per risolvere l'enigma. Ma la notizia ( o la presunta tale) è quella che insistenti voci tra i "colonnelli" di Arcore indicano come possibile reazione ultima le dimissioni. Quanto a dire mischiare le carte e giocare daccapo.
28 ottobre 1922
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