martedì 8 marzo 2011

Il Governo che doveva diminuire i costi della politica! Ma fa altri sottosegretari.Vergogna!

Il 17 di questo mese è festa. E' la sacrosanta festa dell'Unità d'Italia checché ne pensino "gli intellettuali" con il fazzolettino verde nel taschino. E' festa nazionale, gli uffici pubblici saranno chiusi, il Tricolore sarà esposto in tutti i luoghi, sarà una giornata in cui si manifesterà l'orgoglio nazionale. E di orgoglio nazionale, dopo l'avvento del berlusconismo, se ne sente veramente bisogno. Dunque in quel giorno non si lavorerà. Nel famigerato Consiglio dei Ministri che approvò il decreto sulla festa del 17 marzo i ministri leghisti abbandonarono l'aula, la Brambilla disse che sarebbe stato meglio evitare la festa per risparmiare sui conti pubblici, qualcuno dal fazzolettino verde disse che era "una follia costituzionale". Orbene , per curiosità, siamo andati a dare una occhiata al decreto legge n° 5 del 22 febbraio 2011 dal titolo " Disposizioni per la festa nazionale del 17 marzo 2011".
Il decreto, a firma Berlusconi, La Russa, Gelmini cosi' recita " Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festivita' soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell'Unita' d'Italia proclamata per il 17 marzo 2011". Detto in soldoni per quel giorno di festa i  dipendenti avranno decurtato un giorno di ferie dal monte ferie annuale in maniera tale da non gravare per neppure un euro alle finanze pubbliche. Tutti d'accordo. Si deve festeggiare un avvenimento importante ma senza aggravare le già scarse casse statali. Sembra lineare, giusto, logico. Ma la linearità e la logicità quando c'è di mezzo il duo Berlusconi/Lega Nord sono concetti alquanto labili. Il Cavaliere di Arcore durante la campagna elettorale nel 2008 quando lottava contro il nulla ( leggi PD) , ebbe a dire in tono solenne " diminuiremo i costi della politica, elimineremo le Province che sono un carrozzone inutile, diminuiremo il numero di deputati e senatori ecc. ecc." All'epoca molti gli credettero. Facile osservare che le Province ci sono ancora, che i deputati sono quelli di prima e che i privilegi dei politici sono intatti. Ma qui si vuol porre l'accento su di un altro aspetto. Il Nostro ha urgente bisogno di accontentare i parlamentari che , a vario titolo e su varia provenienza, gli hanno evitato la figuraccia della sfiducia in quel nefasto 14 dicembre 2010. E quindi ha bisogno di poltrone. Tante, molte poltrone per i vari Scilipoti & C. E allora? Semplice. Basta fare una leggina per aumentare il numero dei sottosegretari ed il gioco è fatto! Vien da scrivere " Italiani lo avete votato e ora piangete le conseguenze". Ma non è finita qui. Fare l'election day per referendum e amministrative significa risparmiare circa 300 milioni di euro . Ma no! Il Governo delle riforme epocali ha deciso: amministrative e referendum fanno fatti in giorni diversi, in mesi diversi. Così, pensano loro, il quorum non sarà raggiunto. Vergogna! Solo e sempre vergogna! Anche la  Regione Marche chiede l'election day per recuperare 300 milioni di euro "per far fronte alle necessita derivanti dagli eventi alluvionali che hanno colpito la comunita` marchigiana e l'intero Paese. Ma loro sono sordi. Italia svegliati!

28 ottobre 1922


4 commenti:

Gianni ha detto...

Cosa aspettano gli italiani per ribellarsi? Quanto ancora devono subire? Mai piu' la mia mano metterà il segno sul simbolo PDL!Mai più!

Anonimo ha detto...

Mi mozzerei la mano per averlo votato!

Aldo Stefano ha detto...

che classe politica che abbiamo! siamo un paese del terzo mondo!

Anonimo ha detto...

Non sopporto piu' la visione di Berlusconi in televisione. Ho l'impressione che quel ghigno perpetuo che ha in faccia serve a prendere in giro gli italiani. Fino a poco tempo fa dicevo ai miei amici che non sarei piu' andato a votare. Sono un operaio in cassa integrazione già da sei mesi. Ho due figlie e una moglie che non lavora. Sentire in televisione che la sua unica preoccupazione è la riforma della giustizia mentre io muoio di fame mi fa rabbia. Andro' a votare. Votero' per la sinistra o per i fascisti. Ma Berlusconi non vedrà MAI PIU' il mio voto.