domenica 30 gennaio 2011

Solo il voto puo' salvare la Patria


Il Presidente della Repubblica Napolitano

La situazione di marasma politico, mai raggiunta in centocinquanta anni dell'Unità d'Italia, è veramente preoccupante. Ho osservato giustamente Eugeno Scalfari in un lucido editoriale su La Repubblica che quando il Presidente del Consiglio attacca quotidianamente il potere giudiziario calpestando la Costituzione, o quando il Presidente della Camera chiede le dimissioni del capo dell'esecutivo ricambiato da quest'ultimo con le richieste di sue dimissioni  o quand'ancora un ministro della Repubblica ( Frattini) viene denunciato per abuso di potere per la storia delle carte di Santa Lucia allora la misura è colma. Chi potrebbe scommettere che in questa situazione questo Governo, dotato di una maggioranza parlamentare insignificante, possa seriamente fare azioni per il bene della Nazione? Ora Berlusconi ha seriamente, e ne ha ragione, paura delle elezioni in quanto la sua popolarità è in continua discesa. La storia del Rubygate è stata una mazzata. Ora tutto è in mano al Presidente Napolitano. I maggiori commentatori politici affermano che ci sono tutti i presupposti affinchè il Capo dello Stato possa sciogliere le Camere ed indire le elezioni.
Ed in verità questa sembra l'unica seria via d'uscita dal cul de sac in cui Ruby&C hanno ridotto l'intero panorama politico nazionale. Come puo' un lavoratore in cassa integrazione, un precario, un disoccupato sopportare ancora questo atavico immobilismo del Governo la cui unica e sola legge di rilevanza ( e non completamente positiva) è stata la riforma dell'Università? E non sembra percorribile la strada del governo tecnico o di ermergenza coinvolgendo tutte le forze politiche esistenti ivi compreso il PDL. Sarebbe solo una perdita di tempo con faide interne e una staticità dell'azione governativa peggiore della presente. Andare alle elezioni con la attuale legge elettorale ( uno sandalosa legge figlia dell'attuale classe politica) paradossalmente sarebbe un punto di debolezza per il premier: ora non ha piu' i consensi del 2008 e i vari Scilipoti e compagnia cantante, fulminati sulla via di Damasco il 14 di dicembre, potrebbero non avere la certezza della rielezione. Occorre quindi lanciare un appello a Giorgio Napolitano. E' l'unica speranza prima dell'apocalisse.

28 ottobre 1922

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