martedì 11 gennaio 2011

Puo' una regione d'Italia essere un peso?

Un eurodeputato della Repubblica Italiana , tal "Borghezio", dal corpulento andare, dalla sparata dialettica facile, noto sodale e fedele accompagnatore del Bossi Padano ha l'ardire di definire una intera regione italiana "peso morto". E' veramente incredibile e per certi versi sconcertante. Ma nell'era berlusconiana ognuno si è abituato a questo ed altro. La gente abruzzese davvero non merita sentire dette sparate. Sentire due tizi che al telefono ridono compiaciuti del sisma che ha appena colpito una popolazione d'Italia poichè garantirà a loro facili guadagni è per un abruzzese , che magari ha perso la casa e l'affetto di cari congiunti, una coltellata al cuore. Ma sentirisi definire un "peso morto" è davvero la goccia che fa traboccare il vaso della sopportazione di un intero popolo. Chi sono questi individui tendenzialmente rudi e poco inclini alla cultura, perennemente muniti del loro fazzoletto verde, offensivi del Tricolore e della Unità d'Italia, apparentemente antiromani ma saldamente ancorati alle loro poltrone ministeriali affidate dal fido Berlusconi ? Il Presidente della regione Abruzzo risponde al corpulento Borghezio in un tono francamente inadeguato alla offesa ricevuto dalla sua gente: " Evidentemente non è affatto informato sulla situazione del nostro territorio. Nei due anni di governo del centrodestra sono stati raggiunti risultati encomiabili: abbiamo ridotto l'indebitamento del 12 per cento; siamo stati l'unica Regione ad aver tagliato i costi della politica attraverso la diminuzione dei compensi dei Consiglieri; abbiamo ridotto il numero delle Asl, delle Comunità montane, delle società partecipate e dei pesanti cda; il nostro piano di riorganizzazione del sistema sanitario è stato preso a modello per tutto il Paese; abbiamo portato lo sviluppo imprenditoriale ad un tasso di crescita superiore alla media nazionale. Come può essere considerata un peso morto una regione con tali credenziali? Una regione cui molti dovrebbero guardare come esempio. Quanto al terremoto, L'Aquila e gli aquilani hanno avuto una reazione composta, dignitosa ed attiva. La gente aquilana non è lamentosa ed irriconoscente come sparute frange strumentalizzate vogliono far sembrare. Borghezio forse ignora che il terremoto, che ha annientato un'intera città, dal punto di vista urbano e sociale, bloccando di fatto tutte le attività commerciali, imprenditoriali, professionali ed economiche, ha aggravato una situazione che, come altrove, già risentiva di una forte crisi finanziaria mondiale. Quello che chiedono oggi gli aquilani non sono aiuti eccezionali calati dall'alto ma gli stessi diritti già riconosciuti a cittadini di altre regioni che hanno vissuto drammi simili. Richieste legittime sulle quali è inopportuno pontificare". Cosi' Gianni Chiodi esponente del PDL. Chiunque sarebbe curioso di sapere se un abruzzese qualunque si senta difeso in modo totale dalle dichiarazioni del proprio presidente. Ma forse le alleanze romane tra Lega e PDL fanno si che lo scontro tra i due non pui' che essere moderato. Marco Forconi, coordinatore di Forza Nuova, commenta con tono ironico: "non capisco tutto questo trambusto intorno ad una frase di Borghezio su alcune considerazioni in merito all'atteggiamento che le popolazioni meridionali assumerebbero di fronte ad eventi catastrofici. Anzi, il parlamentare credo che faccia bene ad evidenziare la superiorità etnica delle popolazioni padane rispetto a quelle terrone. Lo invito, pertanto, a presentarsi a L'Aquila e provincia, armato di pala, per continuare a togliere i cumuli di macerie che ancora ingombrano le strade devastate dal sisma. La sua stazza non tragga inganno, sono certo che dietro quella gran mole padana si cela un volenteroso ed instancabile rappresentante delle istituzioni”. Dura e adeguata la replica del segretario regionale de La Destra Luigi D'Eramo "La prossima volta che l'on. Borghezio verrà in Abruzzo lo prenderò personalmente a calci nel sedere. Un deputato europeo che rivolge accuse cosi infamanti agli aquilani e agli abruzzesi non merita di rappresentare l'Italia in Europa. Le sue affermazioni in merito al terremoto, alla ricostruzione ed all'impegno della nostra comunità sono vomitevoli al pari di quelle della cricca di imprenditori che la notte del terremoto, intercettati al telefono, gioivano della tragedia; questi ultimi pregustando ricchi affari economici e Borghezio pensando di arricchire il suo pacchetto voti".
Dopo circa venti anni dalla fine della Prima Repubblica nessun commentatore politico avrebbe minimamente immaginato che il passato è un milione di volte preferibile al presente. Intanto si è in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento. Lo satus quo sarebbe una mazzata finale per le future generazioni oltre che per i presenti e vivi.
28 ottobre 1922

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