giovedì 17 giugno 2010

L'unione europea dice : tassiamo le banche. L'estrema destra italiana risponde: perchè non nazionalizzarle?


Ci si riempe la bocca di concetti astrusi come "liberismo" "libera iniziativa economica"" no allo statalismo" eppoi si scopre che grandi aziende come la Fiat hanno tirato avanti sol grazie alle prebende ( sotto varie forme) assicurate dallo Stato e quindi dal contribuente. Daltronde in un paese come il nostro in cui chi governa vorrebbe affidare ogni logica politica alla ferrea legge del profitto questo stato di cose è fisiologico. Ora la comunità europea, in uno slancio di moralità sociale, vorrebbe tassare le banche per impartire loro una sorta di punizione per gli sfracelli causati nella finanza contemporanea. Bisogna tassare chi ha messo a rischio il mercato", ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel, sostenendo "l'idea sia di una tassa sulle banche sia di una tassa sulle transazioni finanziarie". Forse la cancelleria dimentica che un aumento del prelievo sugli istituti di credito avrebbe come immediato impatto un aumento dei costi di transazione sulle operazione di credito e finanziarie in genere a danno del cittadino. Come a dire che a pagare è sempre il povero cittadino alle prese con mille debiti( Berlusconi docet). Fino a quando non si capirà che le banche hanno un importante ruolo di impatto "sociale" sul tessuto umano di una Nazione ogni azione in tal senso sarà condannata alla sconfitta. Bisogna nazionalizzare le banche, bisogna che il ricorso al credito sia assicurato da istituzioni che diano un significato sociale alla iniziativa economica nella scia di una moralizzazione totale. E' solo utopia in uno Stato in cui si è perfino arrivati a privatizzare l'acqua! A volte ci si chiede se sia auspicabile che nostro Signore Iddio chiuda i rubinetti del cielo per condannare questi ladroni spculatori alla sete eterna!

28 ottobre 1922

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