martedì 12 gennaio 2010

Ecco perchè il capitalismo fallisce

Affinché vi sia sviluppo economico in Sicilia è indispensabile creare infrastrutture, facilitare la nascita di piccole e medie imprese, sconfiggere la piaga del precariato , liberarsi dalla criminalità organizzata. Ecco la ovvia ricetta che chiunque prescrive al capezzale di una economia moribonda come quella isolana. Ma qui si rifugge dalle sempiterne ovvietà che , francamente, sono state esse stesse la primigenia causa delle sconfitte brucianti di ogni iniziativa politico-economica posta in essere nell’Isola. Liberiamo subito il campo da ogni dubbio: il capitalismo sfrenato, liberista e liberale fino al midollo, il laissez-faire alla maniera smithiana stile anni duemila hanno miseramente fallito. Ma, e non sembri un paradosso, ha fallito pure lo Stato, importante coacervo di iniziative di controllo ed operative su una economia sempre più fuori controllo. Ma andiamo per ordine e cerchiamo di analizzare la teoria fin qui tracciata interpolandola con l’attualità. Marchionne, amministratore delegato FIAT, dichiara che dal 2011 lo stabilimento di Termini Imerese non produrrà più autovetture. Nessuno riesce a capire cosa produrrà , non certo pentole e tegami, tanto che ai più sembra un modo gentile per dire alle maestranze e alle imprese dell’indotto che sta per finire tutto. E i soldi pubblici dati benevolmente alla casa torinese sotto forma di incentivi? E i soldini dei siciliani dati sempre agli eredi di Agnelli per gli investimenti sullo stabilimento di Termini Imerese? Un sentito grazie. Il manager dai serissimi pullover va a delocalizzare la produzione all’estero dove costa di meno e si abbandona a fantascientifici progetti di acquisizione e fusione con importanti case automobilistiche all’estero. Ecco le fallanze del capitalismo orientato unicamente al profitto ( nessuno scopo sociale – Keynes si rivolta nella tomba) : prende i soldi dei contribuenti e scappa all’estero. Ecco le fallanze di uno Stato sempre piu’ ridotto a teatrino dell’assurdo: nessun controllo ex- ante e nessuna ombra di sanzione. Di recente ho assistito all’intervento dell’on. Miccichè- vice sindaco di Termini Imerese – in un salotto televisivo sul problema Termini Imerese. Il suo sguardo lasciava intendere chiaramente la enorme delusione per il raggiro perpetrato dalla dirigenza della casa torinese che prende i soldi e scappa. Ma non era meglio chiarire che in una democrazia (?) a comandare sono le Istituzioni e non il Dio denaro? La mia incondizionata solidarietà all’Onorevole Miccichè le cui preoccupazione politiche sono enormi in questo periodo. E gli agricoltori? Manifestazioni di piazza, traffico bloccato, trattori dappertutto, spedizioni persino nelle sedi decisionali europee. Il grano si vende sottocosto, il latte di meno, l’uva da vino non trova piu’ mercato e via discorrendo. La filiera- nome astruso per indicare le varie tappe di commercializzazione di un prodotto agricolo- è decisamente asfittica finanziariamente dal lato del produttore fino ad arrivare a livelli di usura nell’ultimo gradino della commercializzazione. Si arriva all’assurdo che un peperone viene venduto da chi lo produce a 10 per arrivare sulla tavola del consumatore finale ad un prezzo di 100. Ma nel frattempo i nostri incavolati contadini vedono arrivare nei porti isolani container pieni di grano che viene chissà da dove a prezzi stracciati, ettolitri di latte di provenienza estera necessari per il fabbisogno nazionale poiché la intellighenzia europea ha concepito quello strano meccanismo delle quote latte che molto somiglia ad una specie di Codice da Vinci dei nostri giorni. E lo Stato? Sta a guardare. Nessuno che si sogna minimamente di proteggere con una seria politica – mi sovviene una “bruttissima” parola : autarchia- i nostri prodotti. Nessuno che pensi manco lontanamente a mettere un serio ordine nei meccanismi diabolici del commercio che impoverisce chi produce e arricchisce di commercializza. E allora cosa fare per dare una smossa all’economia? Infrastrutture, lotta al precariato e compagnia cantante. Si torni alla serietà. Ve ne è di bisogno.
D.L.

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