giovedì 5 giugno 2008

Elezioni Provinciali 2008: intervento di Lucy Garofalo, responsabile di zona dei giovani dell'UDC


La nostra isola è da sempre considerata “diversa”. Già nel 1876, Franchetti e Sonnino, indagavano sulle condizioni sociali della Sicilia, ritenute altamente diverse da quelle di altre regioni dell’Italia. Questa era solo l’anticipazione della “diversità” che contraddistingue ancora oggi la Sicilia, a causa dell’esistenza della MAFIA.
Partita dall’economia del feudo, la mafia si è saputa adattare ad ogni tipo di economia e anziché avviarsi al tramonto, in correlazione al miglioramento delle condizioni di vita e del funzionamento delle istituzioni, ha accresciuto la sua virulenza e pericolosità.
I siciliani sono sempre stati vittime del “pregiudizio e preconcetto”. In Sicilia niente è ritenuto innocente!
Ma da un po’ di anni si respira un’aria diversa, si è verificata un’inversione di tendenza, un sostanziale mutamento che ha portato alla conferma che Cosa nostra non è imbattibile e che la sua ascesa è arrivata alla fine. Lo rivelano tutti i successi raggiunti in questi anni, che indubbiamente sono figli dell’impegno e del sacrificio di uomini come Falcone e Borsellino, delle forze di polizia, delle Direzioni distrettuali antimafia e di una Procura nazionale antimafia particolarmente attiva.
Ma anche noi giovani abbiamo messo del nostro!! La nostra generazione è stata segnata dalle stragi, siamo cresciuti sotto il consequenziale effetto delle bombe a Falcone e Borsellino. I mafiosi ci hanno “segnato” senza rendersene conto e noi abbiamo deciso di “segnare” loro, decidendo di portare avanti una lotta per porre fine a ciò che ha caratterizzato per troppo tempo negativamente la nostra realtà.
La mobilitazione sociale crea una frattura, che indubbiamente lascia tracce nella storia e nella mentalità; la fine dell’idea di onnipotenza della mafia è un cambiamento antropologico enorme: la ribellione è, per i mafiosi, uno sgarbo incisivo quanto gli arresti. E noi giovani abbiamo deciso di ribellarci: abbiamo detto NO alla mafia utilizzando ogni modo e mezzo a nostra disposizione. Abbiamo iniziato a fare i primi passi agendo proprio sul territorio e personalmente porto l’esempio di Corleone, un piccolo centro dai grandi natali, dove già da parecchi anni si avverte un forte cambiamento, soprattutto tra i giovani, che sono molto più aperti, disposti al dialogo e che stanno investendo sul futuro del nostro paese, dando un’immagine di Corleone totalmente diversa da quella vista e pensata fino a qualche anno fa. Corleone ha dato vita ad associazioni di grande incidenza sociale: la cooperativa “Placido Rizzotto” (legata all’associazione Libera) che lavora sui terreni confiscati ai boss: dal grano coltivato in queste terre viene prodotta la pasta marchiata “LIBERA”. Dalle terre dei corleonesi è nato il vino “Centopassi”, prodotto dall’azienda vitivinicola delle cooperative di Libera. Nel 2000 è stato inaugurato il CIDMA, Centro internaz. sulle mafie e del movimento antimafia, un’associazione che promuove lo studio del fenomeno mafioso e dei fenomeni criminali affini, nonché della storia del movimento antimafia, al fine di sensibilizzare la società civile in merito alla necessità di contrastare tale fenomeno.
Anche i giovani dell’UDC in varie occasioni e in vari modi hanno lanciato segnali forti contro la mafia e i mafiosi. Un esempio potrebbe essere la lettera scritta dai giovani a dicembre dello scorso anno: “Meglio vivere da Mattarella che da Riina”, nella quale vengono sottolineate le ingiustizie e le imparzialità che esistono all’interno del nostro sistema istituzionale, e lo sdegno dei giovani nel vedere personaggi come Riina diventare miti dello schermo, mentre uomini come Mattarella completamente dimenticati.
Tra le tante iniziative ideate dei giovani UDC, ricordo anche la creazione del Forum della legalità e della trasparenza, aperto agli amministratori appartenenti a qualsiasi partito. Il forum è stato ideato per rendere più facile ed efficace un confronto, per progettare e dar vita insieme a qualcosa di concreto per liberare la nostra terra dalla mafia.
Tante e tante altre associazioni sono nate grazie all’impegno e alla voglia dei giovani, ma è pur vero che i nostri gesti devono essere accompagnati da una progettualità politica oltre che da un lavoro incisivo fatto dalla scuola e dalla Chiesa.
Al riguardo volevo chiedere al futuro Presidente della Provincia che tipo di interventi ha previsto in tale direzione, visto che servirebbe un impulso più forte che accompagni e renda più efficace l’impegno di noi giovani.
Abbiamo visto che il Consiglio dei Ministri, il 21 maggio, ha varato il “pacchetto sicurezza” in cui rientrano misure di grande impatto nella lotta alla mafia, misure mirate a garantire la certezza della pena e a rendere più difficile la sospensione dell’esecuzione, ma bisogna continuare ad agire anche e soprattutto a livello locale.
Tutto ciò che di positivo è stato conquistato finora sul terreno sociale, culturale e politico deve servirci da stimolo per continuare a lottare, non possiamo abbassare la guardia perché se la presenza delle istituzioni si indebolisce la mafia riacquista la certezza della propria impunità.
La lotta alla mafia deve essere una AZIONE e non una reazione… come si intende agire a livello territoriale??
Mi avvio alla conclusione rinnovando l’impegno dei giovani a portare avanti la lotta alla mafia con forza e coraggio, noi continueremo a far sentire la nostra voce.
Il lavoro e il desiderio di verità e giustizia di tutti coloro che hanno dato la vita è per noi esempio e manuale di vita da cui continueremo a trarre idee e coraggio giorno dopo giorno.
Lucy Garofalo- Responsabile zonale dei giovani dell'UDC

13 commenti:

Nebròs ha detto...

"La nostra isola è da sempre considerata “diversa”. Già nel 1876, Franchetti e Sonnino, indagavano sulle condizioni sociali della Sicilia, ritenute altamente diverse da quelle di altre regioni dell’Italia. Questa era solo l’anticipazione della “diversità” che contraddistingue ancora oggi la Sicilia, a causa dell’esistenza della MAFIA."

non vi offendete, ma mi viene da ridere. la mafia arriva con l'unità d'italia e continua a sopravvivere come mezzo di colonizzazione delllo stato italiano (nord italia), difatti il sonnino da voi menzionato sosteneva che la sicilia doveva essere lasciata a se stessa per potersi sviluppare, accusando del degrado proprio il neo stato italiano (piemontese), quindi la mafia non centra proprio niente.
se volete imparare un pò di storia sulla sicilia e di cosa realmente è stata l'unità d'italia, vi consiglio di consultare il mio forum http://duecentonoveac.forumup.it

SALUTI

Nebròs ha detto...

"La nostra isola è da sempre considerata “diversa”. Già nel 1876, Franchetti e Sonnino, indagavano sulle condizioni sociali della Sicilia, ritenute altamente diverse da quelle di altre regioni dell’Italia. Questa era solo l’anticipazione della “diversità” che contraddistingue ancora oggi la Sicilia, a causa dell’esistenza della MAFIA."

non vi offendete, ma mi viene da ridere. la mafia arriva con l'unità d'italia e continua a sopravvivere come mezzo di colonizzazione delllo stato italiano (nord italia), difatti il sonnino da voi menzionato sosteneva che la sicilia doveva essere lasciata a se stessa per potersi sviluppare, accusando del degrado proprio il neo stato italiano (piemontese), quindi la mafia non centra proprio niente.
se volete imparare un pò di storia sulla sicilia e di cosa realmente è stata l'unità d'italia, vi consiglio di consultare il mio forum http://duecentonoveac.forumup.it

SALUTI

Italianamente-Corleone ha detto...

Sul merito di quanto hai scritto credo che sarà la stessa autrice del pezzo a risponderti. Sulla presunta lezione che vorresti dare ti posso assicurare che il sottoscritto sa già quello che c'è da sapere in ispecie per ciò che riguarda la Patria.
D.L.

Lucy Garofalo ha detto...

Egregio Nebròs,
la sua presuntuosa lenzioncina di storia è alquanto fuori luogo, poichè nel testo da me scritto non è stata data nessuna precisa connotazione temporale sulle origini della mafia. Ho fatto cenno a Franchetti e Sonnino perchè sono stati tra i primi ad indagare sulle condizioni sociali e peculiarità culturali della Sicilia, che già all'epoca la rendevano palesemente "diversa" da altre regioni d'Italia.
Le consiglio vivamente di consultare:
Rodolfo De Mattei, L'inchiesta siciliana di Franchetti e Sonnino, in "Studi politici", serie2, IV/1, 1956.

Nebròs ha detto...

gentilissima lucy garofalo, siamo sicuri che sia io il presuntuoso?
e ciò vale anche per il responsabile del blog.
dicendole di visitare il mio forum, le volevo dare la possibilità di scoprire, tramite testimonianze dirette ed indirette, quindi non personali, la vera motivazione dell'attuale degrado della sicilia.
proprio perchè non sono presuntuoso ed ho sempre da imparare, io accolgo il suo consiglio e consulterò appena possibile il testo da lei citato.
entrando nel particolare, le dico che nel suo articolo, invece, lei ha dato una connotazione temporale al fenomeno mafioso, sostenendo che in sicilia esiste da sempre e di conseguenza che la mafia sia siciliana.
beh, si sbaglia di grosso, la mafia è un fenomeno che sarebbe presente in ogni parte del mondo se ci fossero le condizioni che ci sono in sicilia a partire dal 1860 e cioè uno Stato che per tenerci schiavi ed impedirci di svilupparci economicamente e socialmente, utilizza questi individui senza nemmeno la terza elementare.
quando ci libereremo dello Stato italiano, allora, ci libereremo della mafia.

per il gestore del blog, mi permetto di aggiungere, se non risulto presuntuoso ai suoi occhi, che forse sarebbe meglio chiamare il suo blog SICILIANAMENTE, se è vero che è a conoscenza di tutto ciò che c'è da sapere sulla Patria (immagino si riferisse all'italia).

ANimus TUus DOminus

Italianamente-Corleone ha detto...

Ti rispondo con la frase di Evola in fondo alla pagina . Leggila e rifletti.

Nebròs ha detto...

"La Patria è il valore assoluto. Non vi è individualismo tale da far soggiacere tale valore"

daccordissimo. il problema sta nel stabilire a quale patria ci riferiamo; per quanto mi riguarda, da siciliano, di sicuro non è l'italia.

Italianamente-Corleone ha detto...

La Patria è lo stivale, la Patria è un coacervo uniforme di individui caratteristici espressione del determinismo ambientale vecchio di secoli. La Patria è l'orgoglio di appartenza che ti fa sentire forte. Ma forse il tuo modo d'essere ti impedisce di comprendere tutto ciò.
Saluti.

Nebròs ha detto...

il tuo post è il frutto di 148 anni di colonizzazione culturale, a cui io, più che darti la possibilità di liberatene, mettendoti a conoscenza di verità nascoste e della storia della nostra patria (e mi riferisco alla SICILIA ovviamente), non posso fare.
sta a te aprire gli occhi, io i mezzi te li ho offerti.

se non sai da dove vieni, non saprai dove andare.

SICILIANAMENTE ti saluto

Italianamente-Corleone ha detto...

Grazie.
ROMANAMENTE rispondo ai tuoi saluti.

Lucy Garofalo ha detto...

Egregio Nebròs, in riferimento al commento del 6 giugno, volevo chiederle: "La mafia esiste o non esiste in Sicilia"? Lei sostiene di no dicendo che io mi sbaglio, e subito dopo sostiene che la mafia esisterebbe in ogni parte del mondo se ci fossero le condizioni che ci sono in Sicilia, il che conferma la mia di tesi. Si chiarisca le idee e si convinca Lei prima di convincere me e di contestare ciò che io ho scritto con cognizione di causa.
Distinti saluti e buona riflessione!!

Nebròs ha detto...

forse leggendo con un po più attenzione e senza pregiudizi, avrebbe colto il mio pensiero, che tra l'altro era abbastanza chiaro, ma lo rispiegherò.
premetto che il termine mafia ha origine piemontese, derivando da "maffia"; detto questo preciso che la vera mafia non sono i provenzano, i riina ed i loro compari.
questi zaurdi senza lo stato italiano non sarebbero nulla, tranne che dei piccoli delinquenti di paese.
questi individui vengono utilizzati dai politici, dagli imprenditori, gli industriali del nord per opprimere ed umiliare la popolazione siciliana.
sciascia diceva:"la sicurezza del potere si fonda sull'insicurezza dei cittadini"; e non a caso chiuduno gli ospedali, eliminano la ferrovia, ecc. ecc.
tutto quello che è successo ad opera della cosiddetta mafia, cioè le coshe siciliane, è stato deciso in altri luoghi; essi hanno solo eseguito gli ordini e questo lo ha affermato anche il figlio di ciancimino, l'ex sindaco di palermo, qualche mese fà.
inoltre a conferma del fatto che il fenomeno mafioso, in sicilia, nasce a partire dal 1860, lo sostiene involontariamente pure riina durante un processo, affermando che lui è il discendente di quei picciotti (li chiama picciotti e non mafiosi. la mafia non esisteva in sicilia)che consegnarono la sicilia ai savoia.
quindi smettiamola di dire che la mafia è una nostra caratteristica, e che è lo stato italiano a combatterla, perchè è proprio questo stato italiano che è mafioso.

Nebròs ha detto...

avevo inviato un commento, almeno 10 giorni fà. cos'è si applica la censura?