Il presidente del consiglio Berlusconi |
Nell'audizione davanti alla bicamerale sullo schema di decreto fiscale regionale e sanità i governatori, accompagnati da una rappresentanza di province e sindaci, hanno ieri alzato la voce. Nonostante il governo con La Loggia, presidente della commissione, faccia da pompiere e parli di clima positivo, è evidente che c'è una forte aria di scontento bipartisan per le promesse non mantenute dall'esecutivo e per un Milleproroghe che di federalista ha davvero pochino. Vengono sottratti fondi per le alluvioni in Veneto, Toscana e Liguria, e in generale si fa obbligo alle regioni di pagare in proprio con le addizionali per le calamità naturali, senza che si possa ricorrere al fondo nazionale. 70 milioni per salvare gli enti lirici vengono sottratti in pratica alla sanità. Ci si chiede in queste condizioni, con interventi sulle addizionali Irpef dei comuni e delle regioni, come si possa operare "senza aumentare la pressione fiscale", come viene detto nel testo dell'articolo, addirittura arrivando a un impossibile azzeramento dell'Irap.
Il decreto in questione - oltre a far passare le solite sanatorie con le quali i governi ci hanno tanto deliziato in questi anni, come quella sui manifesti elettorali abusivi (e qui si tratta di un emendamento appoggiato anche dal PD) o lo lo stop alle demolizioni degli immobili in Campania realizzati nelle zone protette, probabilmente per compiacere la ministra Carfagna - prevede regalie alla Chiesa (la tassa di un euro sul cinema non si applica alle sale parrocchiali) e contentini alla Lega, come la proroga per i versamenti delle multe relative alle quote latte e, per quanto riguarda la scuola, l'introduzione del vincolo della territorialità nelle graduatorie dei precari. Non si tocca la ridondanza delle istituzioni regione/provincia, naturalmente perché la Lega sarebbe contraria, e i comuni molto piccoli mantengono il loro status, nonostante il rapporto costi/benefici del mantenimento di queste strutture pubbliche sia notoriamente a saldo molto negativo. Le province in ogni caso lamentano il rischio di non poter svolgere le funzioni essenziali dalla scuola alla formazione professionale, dai servizi per il lavoro all'ambiente. Per la serie "riduciamo i costi della politica", spicca la facoltà data ai comuni con più di un milione di abitanti di avere 15 componenti di Giunta. Ci si affida al Bingo, riducendo l'aliquota fiscale (dal 20 al 12 per cento) per rendere più appetibile il tutto (altre tasse occulte sugli italiani disperati con il vizio del gioco).
tratto da Prestiti on Line
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