sabato 13 dicembre 2008

La meteorologia in pillole


Il motore dei fenomeni atmosferici è la diversa distribuzione del calore del sole nel riscaldare l'atmosfera; l'aria più fredda essendo più densa e più pesante scalza via l'aria calda più leggera; sollevandosi l'aria calda si raffredda e il vapore in essa contenuto si condensa formando nubi e precipitazioni: questo è il caso del "fronte freddo"; l'aria calda puo' anche scorrere sull'aria fredda e sollevarsi, come avviene nel caso del "fronte caldo".
Fronte freddo e fronte caldo sono quasi sempre associati in un unico sistema, che viene chiamato perturbazione; nei pressi dei fronti la pressione atmosferica al suolo è inferiore alla media a causa delle correnti ascendenti dell'aria che sale verso l'alto; questa area di bassa pressione tende a essere colmata da altra aria, ma per effetto delle rotazione terrestre quest'altra aria assume una circolazione antioraria.
Dove invece l'aria torna a ridiscendere la pressione è più alta della media e il tempo generalmente bello (anticiclone).
La pressione si misura il millibar o in ectoPascal.
I movimenti delle masse d'aria calde e fredde seguono delle regole fisico-dinamiche ben precise; individuare questi movimenti è essenziale per fare le previsioni del tempo; i centri di calcolo usano dei modelli fisico-matematici di previsione che ogni 6 o 12 ore, partendo dalla situazione attuale e dai movimenti più recenti delle masse d'aria, calcolano mediante una infinità di calcoli matematici (non a caso usano calcolatori elettronici molto potenti), quelle che potrebbero essere le traiettorie seguite dalle masse d'aria.
I modelli fisico-matematici più importanti attualmente in uso sono:

GFS (Global Forecast System) elaborato dal centro americano NCEP-NOAA

ECMWF del centro di Reading, in Inghilterra, a livello europeo

JMA elaborato da un centro di calcolo giapponese

GEM elaborato dal centro di calcolo canadese

NOGAPS elaborato dalla marina americana

UKMO del centro di calcolo inglese


Sulle previsioni a livello globale dei suddetti modelli si basano le previsioni più localizzate dei cosiddetti LAM, cioè i modelli a scala locale, che adattano quelle previsioni tenendo conto delle particolari caratteristiche orografiche di un determinato territorio.
In generale quindi si può affermare che la meterologia è figlia della matematica e della fisica ed allo stesso tempo è facile osservare come se le prime due sono "scienze esatte" tanto non si può dire della materia delle previsioni del tempo. In altro dire lo sforzo che chi giornalmente analizza e prevede il comportamento dell'atmosfera è quello di applicare criteri rigorosi ( e quindi matematici) alle leggi naturali del caos.
A riprova di quanto detto va la considerazioni che oltre un certo limite temporale di previsioni ( generalmente 72 ore) la probabilità statistica di sbagliare si innalza esponenzialmente.
In ultimo va osservato che nell'atmosfera vige il principio dell'equilibrio. I due attori principali sono i Poli e le zone sub-tropicali ( almeno nelle nostre zone): se uno cede aria fredda all'altro in una certa zona vi deve essere una risposta di aria calda dell'altro in un'altra zona.
Salvo Quartarone- Redattore Meteoweb
Dino Levita- Redattore Meteogiornale

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